MOSCHINO, I'M LOVIN' IT

20.04.2018

I'm Lovin' It chi di noi non conosce questo slogan? Ebbene sì è il famoso pay-off del colossale brand americano di fast food più famoso al mondo: il McDonald's. Ma cosa c'entra con Moschino vi starete chiedendo: solo continuando a leggere lo scoprirete.

Partiamo da Moschino: famoso brand italiano collocato nell'alta moda, diretta dallo stravagante Jeremy Scott che ha salvato l'azienda dal suo declino (durato per ben 20 anni!!) al seguito della morte del fondatore Franco Moschino. Jeremy Scott si distingue sicuramente per il suo approccio con la moda, sguazza nella cultura pop, se ne prende gioco e la ripropone sui tessuti da indossare; di certo JS emerge per la sua genialità se pur riproponendo temi banali che ci circondano tutti i giorni, come ad esempio little pony nella spring 2018, il richiamo a scatole di cartone e scotch nella fall 2017, il tema stradale con cartelli e divise catarifrangenti della spring 2016 e per continuare ci sarebbero moltissimi altri esempi ancora.

L'idea centrale è che l'ispirazione viene tratta dalla realtà quotidiana e l'obiettivo è di riproporre abiti divertenti piuttosto che le solite stramberie  che si vedono spesso in passerella. Secondo questo principio, nella collezione fall winter 2014 sono stati presentati modelli ispirati a tutto ciò che riguarda il McDonald's, in perfetta linea con il consumismo odierno. Nello specifico erano presenti tailleur anni '40, trench, pull oversize, abiti, borse e chi più ne ha più ne metta con i colori predominanti del rosso e del giallo a richiamare il packaging del fast food, di certo non poteva mancare la M, che abbraccia le iniziali di entrambi i brand, in pieno stile McDonaldiano, gialla a forma di cuore su sfondo rosso. Stravaganti accessori hanno accompagnato gli abiti indossati come ad esempio modelli differenti di borse, prima sostenute da un vassoio al posto di un Happy Meal, poi trasformate esse stesse nella forma degli Happy Meal. Tra apprezzamenti e critiche sono emersi i commenti degli impiegati del fast food sul The Daily Mail che hanno affermato quanto sia molto meno divertente indossare le divise da lavoro e quanto inoltre il loro salario mensile sia molto meno inferiore rispetto al costo di una borsetta che riproduce l' Happy Meal (circa 1200 dollari). Ma la moda è un'arte non sarebbe tale senza critiche. Ma il tema McDonald's non è l'unico proposto dalla stessa sfilata bensì sempre nella sfera del food abbiamo abiti ispirati a generi alimentari che fanno ingrassare solo a guardarli, come ad esempio, abiti a forma di scatola di pop corn, barrette di cioccolata, sacchetti di patatine, ecc... (eppure per alcuni potrebbe sembrare un'ipocrisia vista la magrezza delle indossatrici). Insomma abiti incredibili e che di certo non passano inosservati, tuttavia hanno attirato l'approvazione pure della gente comune visto che nei limiti dello spendibile dei comuni mortali non è stato difficile trovare nelle strade, a distanza di qualche mese dalla sfilata cover, occhiali da sole, ecc... che hanno portato la passerella nelle vie delle nostre città. Il pret-a-porter si propone, si, l'obiettivo di fare show e presentare gli abiti del proprio brand in occasioni speciali quali le fashion weeks, ma di sicuro ciò che vediamo, se pur possa sembrare incredibile, è destinato ad arrivare nelle nostre case (o meglio di chi se lo può permettere

Una cosa è certa: la moda in tutte le sue sfaccettature rimane un'arte meravigliosa, anche se solo da guardare. 

#stayhungrystayfashion

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